PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Preghiera con i Santi
Parola di Dio ogni giorno

Preghiera con i Santi

Memoria di san Giuseppe lavoratore e festa del lavoro. Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Preghiera con i Santi
mercoledì 1 maggio

Memoria di san Giuseppe lavoratore e festa del lavoro.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Giovanni 15,1-8

"Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Con l'immagine del Padre come agricoltore, del Figlio come la vite e dei discepoli come i tralci, Gesù vuole descrivere quella circolarità di amore che unisce i discepoli a lui e al Padre. Ed è un'immagine che viene usata più volte nelle Scritture per descrivere il rapporto tra il Signore e il suo popolo. In questo giorno che unisce la figura di san Giuseppe alla festa del lavoro, questa immagine ci ricorda che l'unione tra la vite e i tralci è il prodotto di buoni frutti. Gesù unendo i discepoli a sé stesso li rende partecipi dello stesso amore che lui ha con il Padre. Inizia dicendo: "Io sono la vite, voi i tralci". Con questa immagine vuole che i discepoli comprendano bene il tipo di legame che stabilisce con loro: il rapporto è così stretto da formare una sola cosa con lui. In effetti, il tralcio vive e dà frutto unicamente se resta attaccato alla vite; se si staccasse seccherebbe e morirebbe. Restare legati alla vite è pertanto essenziale per i tralci. Per questo Gesù continua: "Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla". Il termine "rimanere", usato undici volte in questo brano, è sempre seguito dall'espressione "portare frutto". Portare frutto è proprio dei discepoli che ascoltano la Parola di Dio con il cuore attento. Così è stato anche per Giuseppe che, ascoltando la Parola di Dio da parte dell'angelo, custodì il sogno del Padre, prendendo con sé Maria e il suo Figlio.