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A Novara, Il messaggio di 2 mila bambini: "La pace si coltiva ogni giorno".

All'ingresso del Parco dei bambini sono stati citati tutti i conflitti al momento nel mondo

«Lo diciamo ai grandi: se non sapete immaginare la pace, vi aiutiamo noi». Matteo frequenta la quarta elementare dell'istituto Maria Ausiliatrice. È uno dei piccoli ambasciatori della Scuola della pace della Comunità di Sant'Egidio, un progetto contro le discriminazioni nato negli Anni `60 a Roma e diffuso soprattutto tra le periferie. A Novara si sviluppa nei quartieri di Sant'Andrea e Sant'Agabio con incontri organizzati ogni sabato mattina.
«Occasioni per conoscere nuovi amici, cantare, giocare - racconta Matteo -. Una di queste scuole è attiva anche a Kharkiv, in Ucraina, ma adesso purtroppo è piena di persone che fuggono dalla guerra. Io penso a loro». E agli altri popoli delle 33 regioni in cui si combatte nel mondo. I volontari di Sant'Egidio le hanno citate tutte ieri ai giardini Vittorio Veneto all'ingresso del Parco dei bambini di Novara, punto di arrivo della settima «Marcia della pace» cittadina a cui hanno partecipato più di 2 mila ragazzi delle scuole primarie assieme ai loro insegnanti. I nomi dei territori sotto le bombe erano stampati su cartelloni a forma di colomba, il simbolo della pace e della Comunità che ha organizzato l'iniziativa come accade anche a Capodanno. Il corteo colorato partito da piazza Cavour e piazza Matteotti invadendo il centro era in programma già mercoledì scorso, ma allora era stato rinviato per maltempo. Anima dell'evento sono i giovani in pettorina blu, l'esercito «del bene» di Sant'Egidio. Attrezzano la sala a cielo aperto, scandiscono la scaletta degli interventi sul palco e in platea e vanno via per ultimi dopo avere scattato una foto di gruppo e smontato gli allestimenti.
«Fa parte del nostro impegno per la pace - racconta Issraa Jafar, originaria della Siria -. Oggi è l'epilogo di un bel percorso, ma il senso di fratellanza va coltivato ogni giorno. Alla Scuola della pace promuoviamo la cultura, aiutiamo i bimbi con genitori stranieri nei compiti e discutiamo di temi come il contrasto alla violenza di genere o la Giornata della memoria. Lavoriamo sull'inclusione e sul rispetto dei diritti. Sono circa 90 i piccoli che partecipano alle nostre attività a Sant'Andrea e quasi 50 a Sant'Agabio».
In questi luoghi, e a cascata nelle scuole, Sant'Egidio ha promosso negli ultimi mesi una serie di attività in vista della festa. Ragazzi e docenti hanno preparato cartelloni, canti e coreografie. Al parco hanno ascoltato anche alcune testimonianze come quella di Rita Bono del gruppo «Viva gli anziani» della Comunità: «Durante la Seconda guerra mondiale mio papà era stato prigioniero in Germania. Io avevo appena 5 anni e quando lui tornò a casa era irriconoscibile, ma tra le sue braccia ero la persona più felice del mondo. La fine del conflitto fu una gioia incredibile per tutti. I bimbi devono sapere che in battaglia non vince nessuno».
Per Valter Fornara, volontario di Sant'Egidio, «il richiamo alla pace va rilanciato con questi racconti e passa soprattutto dal coinvolgimento dei più piccoli. Viviamo in un'epoca di grande complessità e i gli adulti dovrebbero imparare proprio dai giovani come si può vivere senza prevaricazioni. "Fratelli tutti" è il messaggio di solidarietà che vogliamo condividere con la Marcia».

[ Filippo Massara - La Stampa. Ed. Novara ]

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